Salvo, un esperimento perfettamente riuscito

di La Redazione

Basterebbe anche solo l’inizio di Salvo per poter dire senza troppe paure che il primo film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza è una pellicola di quelle che ultimamente non si vedono più e che ha tutte le carte in regola per essere un successo a livello internazionale.

Salvo parla di mafia e dell’impossibilità dei rapporti umani in un mondo fatto di violenza e di omertà, ma lo fa in modo originale, sia per i fatti narrati che per il modo in cui questi sono portati sullo schermo.

Tutti inizia con una sparatoria, una scena degna dei migliori film di azione, per proseguire, poi, con un lungo piano sequenza che ci porta direttamente nel cuore della storia di Salvo. C’è il protagonista Salvo (Saleh Bakri) e c’è Rita (Sara Serraiocco) chiusi nella di lei casa in attesa che torni il fratello della ragazza, l’uomo che Salvo deve uccidere.

Rita è una testimone scomoda, dovrebbe essere uccisa, ma Rita non vede e questo rende il lavoro di Salvo più difficile. E poi arriva il colpo di scena, quello che non ti aspetti e la storia di Salvo prende tutta un’altra piega.

Una sterzata in corsa che eleva la pellicola di Piazza e Grassadonia al livello dei migliori gangster movies d’oltreoceano ma con un valore aggiunto dato dal talento che i due registi hanno dimostrato di avere quando si tratta di parlare attraverso le immagini. Salvo è una pellicola che non dà spazio alla voce dei due protagonisti, il sonoro è utilizzato per tutto il resto, da notare sopratutto la resa dei rumori ambientali, non per loro due che trovano altri modi di interazione.

Ma non solo. In Salvo è evidente la grande abilità dei due registi di mettere insieme stili e linguaggi narrativi diversi: l’action movie prettamente americano, le evanescenti suggestioni del cinema asiatico e il gusto per la trasfigurazione tipico del cinema di Matteo Garrone.

Salvo non è un film perfetto, ma lo diviene se guardiamo al film per quello che è: l’opera prima di due registi che, come ogni esordiente, hanno avuto ben pochi mezzi a disposizione per realizzare le loro idee.

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