Alberto Sordi Story: “I magliari” 1959

di La Redazione

Uscito due anni prima della svolta internazionale di Salvatore Giuliano (1962), Francesco Rosi racconta ne I magliari  la storia di lavoratori italiani immigrati in cerca di fortuna verso la Germania Ovest. Spesso trascurato dalla critica, questo film elegge retrospettivamente Rosi a “poeta del coraggio civico“, prima che questo epiteto gli verrà dato ufficialmente con i suoi film successivi.

Un caso fortuito porta Renato Salvatori a prendere parte alle riprese del film. Il suo ruolo, quello di Mario Balducci, Rosi voleva darlo a Marcello Mastroianni, il quale, però, era impegnato e rifiutò la parte. Forse è stato un bene.

A questo personaggio, l’immigrato ‘buono’, Francesco Rosi affianca un incontenibile Alberto Sordi nella parte dell’immigrato italiano in Germania, quel Totonno che lavora come magliaro al servizio del mafioso napoletano Don Raffaele Tramontana (Carmine Ippolito).

Erano in pochi a credere che Alberto Sordi sarebbe riuscito nell’interpretazione di questo personaggio. Un Sordi che tutti consideravano,  nonostante la brillante interpretazione ne I Vitelloni, non adatto a ruoli che non fossero comici. I magliari, una pellicola timbricamente molto più seria, però rivela le grandi doti di Alberto Sordi, che qui fa nascere un personaggio perfetto, un emblema preciso e coerente del cialtrone italiano, personaggio tanto divertente quanto irritante.

Un’altra faccia che Alberto Sordi ha saputo mostrare con maestria e intelligenza. Totonno è un personaggio perdente, colui che non ha alcun principio e che per ottenere il suo personale tornaconto non esiterebbe a vendere amici e fratelli. Nella pellicola l’evoluzione del personaggio è mirabilmente rappresentata e, in fin dei conti, a noi Totonno, lo sconfitto, il perdente, il cattivo, fa anche un po’ di tenerezza.

 

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