I vitelloni, fascino senza tempo di un’Italia scomparsa

di La Redazione

Come si fa, in un ipotetico elenco dei migliori film mai prodotti nel panorama cinematografico nazionale, a non menzionare “I vitelloni”? Sarebbe un delitto.

Federico Fellini e Alberto Sordi, entrambi provenienti all’epoca dal flop conseguente all’uscita de “Lo sceicco bianco“, segnarono indelebilmente la storia con questa pellicola.

Una pellicola che coinvolge numerose zone d’Italia, a giudicare dalla provenienza dei protagonisti: Reggio Calabria, Roma, Piacenza, Rimini.

“I vitelloni” rappresenta un’Italia che nella provincia vive i suoi pregi e i suoi difetti. Poco da rimproverare al film: ogni sequenza è da antologia, a partire da quelle sulle spiagge d’inverno, o quella relativa alla fine del Carnevale.

E poi, come dimenticare Sordi e i “Lavoratori!?“…”?

Fellini si nutre di una sceneggiatura notevolissima, di una fotografia eccellente, per un film che trasmette un fascino senza tempo. Difficile non esaltare in eterno questa pellicola, arricchita da una notevole colonna sonora a cura di Nino Rota. Colonna sonora che passerà alla storia in virtù di un tema principale con un’enorme forza evocativa.

“I vitelloni” trasmette allegria e malinconia, stile e passione, velleità, speranze e delusioni di giovani che non sanno cosa fare nella loro vita.

Fausto, Riccardo, Alberto, Leopoldo e Moraldo sono i protagonisti di questo capolavoro. Tutti provenienti dalla piccola borghesia. Tutti sprecano la loro età migliore nell’ozio più completo e nel vagheggiare sogni irrealizzabili.

 

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