“Il Gattopardo”, l’unità d’Italia secondo Visconti

di La Redazione

Estrapolato dal famosissimo romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo” è un capolavoro ‘evergreen’ che fornisce una spettacolare ricostruzione storica offre una sottile introspezione psicologica dell’Italia che fu.

Gode di grandi interpreti, di una regia magistrale e di una cornice elegante e affascinante.

La regia è di Luchino Visconti che pose, come sempre, una cura maniacale nei dettagli della scenografia e dei costumi.

Alti sono stati i prezzi da pagare per realizzare la pellicola. A cominciare da una produzione onerosissima malgrado sia interamente italiana.

Tuttavia il film rientrò nelle spese per un pelo, grazie al grande successo che ottenne in Italia e all’estero e la Palma d’oro conseguita a Cannes.

Siamo nel 1860. Giuseppe Garibaldi sbarca in Sicilia e il principe Fabrizio Salina è lo spettatore inconsapevole delle conseguenze della venuta dell’unificatore di Italia.

In atto c’è la minaccia della guerra, ma nonostante ciò il principe e la sua famiglia si trasferiscono nella residenza di campagna, a Donnafugata, dove il nipote prediletto, Tancredi, si innamora di Angelica, la figlia del sindaco, esponente della nuova e aitante borghesia.

Tancredi prenderà parte anche alla celebre impresa dei garibaldini e si distingue nella battaglia di Palermo. L’unione di Angelica e Tancredi, simbolo vivente del passaggio di potere tra la nobiltà latifondista e la borghesia mercantile, viene ufficializzata durante un grande ballo che si tiene nella sontuosa residenza principesca.

“Il Gattopardo” non fa che confermare le straordinarie doti da regista di Luchino Visconti, lasciando a bocca aperta tutti e continuando a riscuotere consensi presso le nuove generazioni.

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