I 5 migliori film italiani sul precariato

di La Redazione

Da oggi nelle sale, “Smetto quando voglio” è il film di Sydney Sibilia che racconta la surreale (ma poi mica tanto) storia di un gruppo di precari che in mancanza di lavoro, pur di sopravvivere, decidono di darsi allo spaccio di una nuova droga.

Vittime della crisi, dei raccomandati o di una cultura che non apprezza la cultura, ci sono giovani che spesso si vedono costretti a fare tutt’altro nella vita rispetto ai loro studi e a vivere alla giornata, così nel film è possibile assistere ad un colloquio tra un antropologo in cerca di lavoro e uno sfasciacarrozze che non assume laureati e che si sente rispondere rispetto alla laurea:“Guardi che è un errore di gioventù del quale sono profondamente consapevole”.

Ma il cinema italiano non è nuovo al racconto del precariato che purtroppo resta un tema più che mai attuale. Correva l’anno 2001 e un giovane Stefano Accorsi con il suo marchio “Laurea in Lettere, 107, nessun precedente lavorativo”, falliva un colloquio dietro l’altro nel film “Santa Maradona”.

“Smetto quando voglio” spinge questa situazione ancora di più agli estremi, in una dimensione che potrebbe sembrare fantasiosa ma che, a detta del regista stesso, avrebbe potuto essere ancora più incredibile se avesse raccontato la pura realtà. Nel cast ci sono, tra gli altri, Edoardo Leo, Valeria Solarino, Libero De Rienzo, Neri Marcorè e Piero Sermonti.

Vediamo alcuni dei film italiani che hanno toccato il tema del precariato.

  • Santa Maradona, Marco Ponti (2001)

Andrea neolaureato, si dedica all’affannosa ricerca di un lavoro, incontrando le mille difficoltà del caso. Bart, suo coinquilino, fa poco per aiutarlo a tirar su i soldi per l’affitto. Un film esilarante sul complesso mondo del lavoro, nonché capostipite del genere.

  • Tutta la vita davanti, Paolo Virzì (2008)

Marta si è trasferita A Roma dalla Sicilia, è una brillante neolaureata che non riesce a trovare lavoro se non come addetta al call center di un’azienda. Posizione che pensa di occupare per poco tempo, senza sapere cosa l’aspetta…

  • Fuga dal call center, Federico Rizzo (2009)

Gianfranco vulcanologo appena laureato, lavora in un call center, occupazione emblema del precariato, anche la sua ragazza sta al telefono, lavorando per una linea erotica. Il giovane finirà poi per trovarsi un secondo lavoro come colf.

  • Generazione 1000 euro, Massimo Venier (2009)

Film emblema dell’instabilità esistenziale, dove i protagonisti sono costantemente in bilico per ciò che riguarda il loro futuro lavorativo.

  • Workers – Pronti a tutto, Lorenzo Vignolo (2012)

Sandro e Filippo hanno un’agenzia interinale e possono osservate disoccupati pronti davvero a qualsiasi lavoro, come l'”estetista” per pompe funebri.

 

 

 

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