Fabio Volo torna al cinema con Studio Illegale

di La Redazione

A breve potremo di nuovo vedere Fabio Volo al cinema. Il nuovo film che lo vede protagonista uscirà nelle sale il 7 febbraio.

In effetti Fabio Volo, impegnato com’è tra radio (anche se ormai ha concluso il suo rapporto decennale con Radio DeeJay), televisione (Volo in Diretta è un discutibile programma che va in onda in seconda serata su Rai Tre) e la sua prolifica carriera di scrittore di successo (avete presente Federico Moccia? Le opere di Volo sono le stesse, solo che i protagonisti hanno, solitamente, 10/15 anni in più), si è preso un paio di anni di pausa dal grande schermo per tornare, ora, con un nuovo personaggio che interpreta sotto lo sguardo del regista Umberto Carteni.

L’ultima volta che Fabio Volo ha interpretato un film è stato nel 2011. Il film era Un giorno in più, tratto dal romanzo omonimo dello stesso Volo, anche sceneggiatore della pellicola, che parla di un ragazzo che ha una vita perfetta -il lavoro va bene e le donne non mancano- fino a che arriva una donna che gli farà perdere la testa e per la quale rimetterà in discussione tutta la sua vita.

Studio Illegale, tratto dal romanzo di Duchesne (Federico Baccomo), è il film che ha riportato Volo al grande schermo.

Un romanzo che è stato un caso editoriale di ampia portata, in primo luogo perché è un libro che nasce da un blog e poi perché ha venduto circa 35.000 copie. Una cifra inaudita in Italia per uno scrittore alla sua prima pubblicazione.

Studio Illegale racconta la storia di Andrea, avvocato di successo che passa la sua giornata a lavoro, tra email, scadenze e pasti consumati con gli occhi incollati allo schermo del pc. Vita sociale azzerata, ma una carriera brillante davanti a sé, per la quale vale la pena rinunciare a qualcosa. Fino a che Andrea non incontra una donna che gli farà perdere la testa, la bellissima e scaltra avvocatessa francese Emilie Chomand, per la quale rimetterà in discussione tutta la sua vita.

Vi sembra di aver già sentito queste parole? Sì, purtroppo sì.

 

 

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