Pardo d’Oro alla Carriera per Sergio Castellitto – Foto

di La Redazione

60 anni tra pochi giorni (il 18 agosto) ma ancora moltissime cose da fare. E’ Sergio Castellitto, uno dei più richiesti attori italiani, che ha ricevuto il Pardo d’Oro alla Carriera alla 66° edizione del Festival di Locarno.

 

Sergio Castellitto corona una carriera lunga 32 anni e che ha ancora molto da dare al cinema italiano con il Pardo d’Oro alla Carriera, ricevuto in occasione della 66° edizione del Festival di Locarno. L’attore di origini molisane ha commentato così l’importante riconoscimento:

Mi dà grande soddisfazione ricevere questo riconoscimento. Risponde a una vocazione su cui ho sempre incentrato il mio modo di lavorare. Anche da attore non mi sono mai sentito solo interprete, ma una sorta di autore-attore perché ho sempre voluto prestare attenzione all’intera drammaturgia di un film.

Primo film nel 1981, era Tre fratelli di Francesco Rosi e una filmografia infinita tra cinema e televisione, Sergio Castellitto continua ad amare come all’inizio il suo mestiere d’attore, ma non si sente una star:

Non voglio essere un monumento. Voglio essere uno che si alza la mattina e va a lavorare. E poi ho quattro figli che vanno dai 23 ai 7 anni quindi ho da risolvere problemi dall’università alle elementari…

Nella sua lunga carriera cinematografica Sergio Castellitto ha avuto la possibilità di lavorare con tutti i più grandi registi italiani:

Ho avuto la fortuna di essere un attore-cerniera perché ho potuto lavorare con i grandi maestri del cinema italiano e poi con quelli che sono venuti dopo. Da Bellocchio alla Archibugi, passando per Tornatore e Virzì. Va da se che la concentrazione di talenti della stagione precedente è qualcosa di irripetibile per tutto il cinema mondiale.

Questa sue esperienza gli permette anche di esprimere il suo giudizio sulla continua discussione tra il cinema di qualità e quello di serie B. Per Sergio Castellitto si tratta di:

una divisione che considero soltanto un’invenzione. È frutto di una certa ottusità critica che ha provocato molti danni al cinema italiano. Io i miei lavori li ho sempre scelti in base alla qualità, anche quando ho lavorato nelle fiction televisive. Spaziavo dal set tv di Padre Pio a quello dell’Ora di Religione di Marco Bellocchio. Per me il vero successo è avere questa libertà.

 

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