Non ci indurre in tentazione raccontato dal suo giovanissimo regista

di La Redazione

N. Santi Amantini è un giovanissimo regista. Ha solo 24 anni e domani, 27 febbraio, esordirà al cinema con il suo primo lungometraggio dal titolo Non ci indurre in tentazione.

Non ci indurre in tentazione è una produzione a basso budget, ma come ci è stato insegnato dai grandi maestri del cinema, avere a disposizione pochi soldi per realizzare una pellicola non è sempre uno svantaggio, ma può diventare il mezzo attraverso il quale percorrere altre strade e arrivare a risultati innovativi e originali.

N. Santi Amantini, al suo debutto alla regia dopo aver vissuto il mondo del cinema come assistente alla fotografia, ha fatto suoi i grandi esempi di film low-budget e ha creato il suo personale risultato originale:

“Lavorare con molto o poco budget è la stessa cosa. È tutta questione di saper raccontare una storia.” Così dice il grande regista americano John Carpenter, che ha fatto dei film a basso budget delle vere e proprie pietre miliari nella storia del Cinema. E con questo monito mi sono mosso anch’io, all’età di 21 anni per dare vita al mio primo lungometraggio come regista, NON CI INDURRE IN TENTAZIONE. Avere pochi soldi è sempre stato un limite, ma allo stesso tempo un vantaggio: fare di necessità, virtù.

Quando il regista e Lorenzo Berti -che appare sia come co-sceneggiattore della pellicola sia come unico interprete– si sono messi all’opera erano coscienti di avere dei limiti di budget e sono stati proprio questi limiti a dare l’abbrivio per la creazione di un’opera particolare, che , con i pochi mezzi a disposizione, potesse, ugualmente, dare qualcosa allo spettatore.

Non potevamo sbizzarrirci più di tanto ma eravamo costantemente stimolati a trovare la perfezione nel poco e nel povero, nuove strade, nuove idee. Alla fine l’idea stilistica che sta dietro a NON CI INDURRE IN TENTAZIONE, e alla quale mi sono ispirato, e che ho fatto mia, è quella dei cosiddetti film “da camera”, che erano propri anche del regista svedese Ingmar Bergman: pellicole caratterizzate da pochissime location e altrettanti personaggi: nel caso del mio film, una casa e due personaggi, interpretati dallo stesso attore. Con altri elementi poi che contribuiscono ad arricchire le vicende e la trama dell’opera.

Oltre a Bergman le altre fonti di ispirazione per la creazione di Non ci indurre in tentazione sono stati altri grandi nomi della filmografia internazionale, come Gus Van SantHitchcock, Kubrick, Nolan, e il sempre presente Steven Spielberg.

Il risultato di un budget limitato, della freschezza delle idee di un regista di poco più di venti anni -e del suo co-sceneggiatore poco più grande di lui- è

Un film minimale, spoglio e contraddistinto da una messa in scena sobria visivamente, ma colma di idee, simboli e risvolti psicologici: in un crescendo di tensione che porta ad una parte finale più concitata e tesa.

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