“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, l’Oscar italiano del 1971

di La Redazione

Nel panorama cinematografico italiano degli anni Settanta spicca “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Il film si chiude con una citazione di Kafka che è emblematica: “Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano”.

Il film è uno dei capolavori della cinematografia italiana. Da premiare per il suo enorme coraggio. Narra la vicenda del borioso e squilibrato capo della sezione omicidi (e poi politica) il quale uccide la propria amante quasi per capriccio e che poi fa di tutto per farsi scoprire al fine di dimostrare la propria lontananza dai fatti per i quali è sospettato e l’ importanza del potere, a distanza di ben quaranta anni, è il più esemplificativo ed attuale ritratto di società contemporanea che si potesse realizzare al tempo.

Scritto e diretto senza fronzoli da un Elio Petri in grandissima forma, “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” è un fedele ritratto di un’ Italia che non è mai cambiata, nonché una parabola sugli effetti del potere ed una critica feroce alla cecità e all’egoismo della classe alta, la classe dirigente. Eccellente, a dir poco, è la prova di Gian Maria Volontè.

I suoi primi piani sono ipnotici ed il suo personaggio passa di diritto alla storia come una delle più sentite e migliori caratterizzazioni della sua carriera (e non solo della sua).

Lascia senza fiato la bellezza di Florinda Bolkan e leggendarie le musiche di Ennio Morricone. Fu Oscar nel 1971.

 

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