Oscar, sette italiani in lizza per la nomination

di La Redazione

Da Fuocoammare a Suburra passando per Lo chiamavano Jeeg Robot. Sono in 7 per una sola poltrona, di quelle importanti. A Hollywood.

Chi la spunterà?

Ancora pochi giorni e lo sapremo. Già, perché il titolo italiano che competerà nella categoria di miglior film straniero all’89° attesissima edizione degli Oscar – che come ogni anno si terrà a Los Angeles il 26 febbario 2017 – verrà scelto il prossimo 26 settembre, presso la sede dell’Anica a Roma.

Fuocoammare“di Gianfranco Rosi. Già premiato con l’Orso d’oro al festival internazionale del cinema di Berlino, il fim di Rosi tratta di un tema di grandissima attualità: l’immigrazione. In una Lampedusa divisa a metà, prendono vita due realtà separate: da un lato quella dei pescatori e della quotidianità, dall’altro quella dei migranti, dei morti, degli sbarchi.

Gli ultimi saranno ultimi” di Massimiliano Bruno. Con Paola Cortellesi e Raul Bova, la pellicola descrive le difficoltà di in un mondo del lavoro che oggi è più cinico che mai, in cui lavorare è diventato un privilegio, non più un diritto. Peggio ancora per una donna, non ne parliamo se pur incinta.

Indivisibili” di Edoardo De Angelis. È un film sulla separazione e sul dolore, visti dal punto di vista di due gemelle siamesi che dopo una vita insieme scoprono di potersi dividere.

Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti. Il “superhero movie” all’italiana racconta il cammino di redenzione di un uomo qualunque che, avendo ricevuto all’imprrovviso i superpoteri, matura piano piano la consapevolezza di un obbligo morale nei confronti della società.

Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese. Il film che ha per lo meno insiuato un minimo dubbio di infedeltà in ogni coppia, mette a nudoi le tre vite che ognuno di noi ha: una pubblica, una privata ed una segreta.

Pericle il nero” di Stefano Mordini. Riccardo Scamarcio recita nei panni di un mascalzone intento in una roccambolesca fuga da un passato che lo perseguita, ma dal quale forse non riuscirà mai a liberarsi.

Suburra” di Stefano Sollima. Dall’omonimo libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini il film mette in scena una storia di malavita che ha a che fare con la classe politica dirigente, in un’Italia sull’orlo del baratro.

 

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