Sta per piovere e l’italianità degli immigrati

di La Redazione

Terzo lungometraggio del giova regista italo-algerino Haider Rashid, Sta per piovere sarà nelle sale da questa sera. Un piccolo film indipendente, questo, che esce proprio in concomitanza con la nomina, e le tante polemiche, di Cecile Kyenge Kashetu come nuovo ministro per la cooperazione internazionale e integrazione.

Cosa c’entra questo con Sta per piovere?

C’entra, e anche molto. Cecile Kyenge Kashetu è di origine congolese ma, a tutti gli effetti, pur essendo nata fuori dall’italia, è italiana.

Come è italiano anche Said, il protagonista di Sta per piovere, nato in Italia da genitori algerini, che, come sta succedendo anche alla neo ministro, lotta per vedere riconosciuta la sua italianità al di là del colore della pelle o dei tratti somatici.

Se si nasce in Italia si è italiani? Lo si può essere nel cuore, nel modo di fare e di pensare e nella lingua, ma non lo si è a livello giuridico, perché la legge italiana non lo prevede. Giusto o sbagliato che possa essere, si tratta comunque di un problema che sta a cuore ai tantissimi immigrati di seconda generazione che si trovano in Italia.

Sta per piovere – Il trailer

E’ questo il tema fondamentale che Haider Rashid, figlio di padre iracheno e di madre italiana, porta provocatoriamente sul grande schermo con il suo Sta per piovere. Un film che apre a diversi interrogativi e che sposta il punto di vista dalla parte di tutti coloro che, quotidianamente, vivono il dualismo tra la patria dei genitori e la loro, quella italiana, non riconosciuta.

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