Quando l’Italia mangiava in bianco e nero, di Andrea Gropplero di Troppenburg

di La Redazione

La sezione Culinary Cinema, nell’ambito del Festival di Berlino, dall’8 al 13 febbraio, propone 13 film sul tema del cibo e dell’ecologia, abbinati a menù creati dai principali chef europei e alla possibilità di discutere i rapporti tra cibo, cultura e politica.

Tra questi c’è “Quando l’Italia mangiava in bianco e nero”, documentario breve di Andrea Gropplero di Troppenburg prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà e realizzato con i materiali dell’archivio storico del Luce.

Ecco il promo del documentario.

Come sono cambiati negli ultimi 90 anni i concetti di alimentazione, cucina, convivialità e che incidenza ha avuto sulla “buona tavola” l’energia del Bel Paese? Cosa davvero è cambiato negli usi e costumi degli italiani sul piano della tavola e della qualità della vita? Proviamo a raccontarlo in un viaggio documentato e sorridente tra le ricette tradizionali, regionali della nostra cucina, attraverso le immagini in bianco e nero del grande Archivio dell’Istituto Luce. Un viaggio gustoso tra piatti, cucine, testimonianze e gag di personalità dello spettacolo e della cultura. Quanto la buona alimentazione produce buona energia? La convivialità aiuta la formazione di un patto intergenerazionale? L’alimentazione è ancora un momento di emancipazione della società? Mangiare da soli fa male? Che cosa significa educazione alimentare? La tavola è ancora un momento importante dell’educazione familiare? Le immagini in bianco e nero di una società che nella carestia della guerra, a tavola trovava la felicità di condividere il poco cibo disponibile, sono ancora attuali nel tempo della crisi più importante del dopoguerra? Queste sono alcune delle domande a cui il film tenta di dare risposta. Il taglio del documentario, nonostante queste domande, non vuole essere una indagine sociologica, quanto una ricerca affettuosa, in bianco e nero, delle ricette del buon vivere.

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