Morto Giuliano Gemma, eroe degli spaghetti western

di La Redazione

E’ morto ieri sera, 1° ottobre 2013, Giuliano Gemma a seguito di un incidente stradale avvenuto nei pressi di Cerveteri, alla periferia di Roma, dove il grande attore viveva.

A nulla sono serviti i soccorsi, Giuliano Gemma è arrivato in ospedale quando era già troppo tardi.

 Giuliano Gemma è stato uno dei fautori del successo degli spaghetti western sia al di qua che al di là dell’oceano. Il suo, infatti, era uno dei volti più noti dell’epoca e lui, pur non avendo mai studiato recitazione, riuscì ad imporsi grazie al suo viso e alla sua fisicità: prima stuntman fino a che Dino Risi nel 1958 lo chiama per la piccola parte di Brando in “Venezia, la luna e tu” al fianco di Nino Manfredi, ha solo 20 anni.

Accetta, non potrebbe fare altrimenti, e da lì le porta del cinema si spalancano di fronte a Giuliano Gemma: William Wyler lo arruola come centurione nel kolossal “Ben-Hur” e Giuliano Gemma può dirsi già sicuro di essere entrato nel mondo dei grandi del cinema e mano a mano che la sua recitazione migliorerà, l’attore romano conquisterà ruoli sempre meno marginali.

Luchino Visconti vuole Giuliano Gemma ne “Il Gattopardo“: è il 1963 e sta per esplodere la stagione degli spaghetti western. Giuliano Gemma è lì e pellicola dopo pellicola – “Una pistola per Ringo”, “Il ritorno di Ringo”, “Adiós gringo”, “Un dollaro bucato”, “I lunghi giorni della vendetta”, “Per pochi dollari”, “I giorni dell’ira”, “Anche gli angeli mangiano fagioli” – Gemma diventa un mito, apprezzato tanto dagli uomini quanto dalle donne.

Durante la sua crriera Giuliano Gemma ha interpretato tantissimi ruoli diversi – lo abbiamo visto anche ne “Il deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini (1976), e “Il prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri (1977), ne “Un uomo in ginocchio” di Damiano Damiani (1979), “Tenebre” di Dario Argento, “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli e anche in “Tex e il signore degli abissi” – per i quali negli anni si è guadagnato un David di Donatello, un Globo d’oro e un Nastro d’argento. 

Addio Giuliano.

 

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