“I corpi estranei” di Mirko Locatelli e la tiepida accoglienza del Roma FilmFest

di La Redazione

Che siano già svaniti così i sogni di gloria che vedevano il Marc’Aurelio d’Oro in mano ad un regista italiano? Molto probabilmente sì, dato che ieri la stampa specializzata ha accolto “I corpi estranei“, il primo dei tre film italiani presentati in Concorso all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, piuttosto freddamente, con applausi stentati e qualche sbadiglio di troppo.

Mirko Locatelli, la suo secondo film da regista, non è riuscito ad emozionare il pubblico romano, almeno non quanto previsto e necessario per battere la concorrenza delle altre pellicole in Concorso (prima tra tutte “Her” di Spike Jonze).

Il film, in effetti, si trascina lentamente per quasi 90 minuti senza che la camera si sposti dal volto di Filippo Timi. L’attore, che da qualche tempo a questa parte sta dando dimostrazione di avere acquisito una grande maturità artistica ed espressiva, si comporta in modo eccellente e riesce a far passare tutto ciò che era nelle intenzioni del regista, ma “I corpi estranei” non va al di là della prova artistica di Timi.

Nonostante l’interesse e la delicatezza del tema trattato, ne “I corpi estranei” manca quel pathos che tutti si aspettavano, tanto da far scendere inevitabilmente le quotazioni della pellicola di Mirko Locatelli nella sua corsa al Marc’Aurelio d’Oro. Forse arriverà qualche altro riconoscimento – il Marc’Aurelio d’Argento per la migliore interpretazione maschile – ma le probabilità vano scemando man mano che le pellicole in Concorso al Roma FilmFest 2013 passano sui grandi schermi dell’Auditorium Parco della Musica.

 

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