Alberto Sordi Story: “Una vita difficile” 1961

di La Redazione

Una vita difficile, tra i migliori film di Dino Risi, vede come protagonista un Alberto Sordi inedito. Qui nei panni dell’ex partigiano Silvio Magnozzi, Sordi, per la prima volta, interpreta un uomo che ha combattuto per i suoi ideali e nei quali crede ancora, anche se intorno a lui tutto lo vuole condurre sulla strada opposta.

Risi, con la complicità di Rodolfo Sonego alla sceneggiatura, mette in piedi un’opera che ripercorre tutti i momenti più significativi del dopoguerra, filtrandoli attraverso le gesta di un uomo che ha vissuto tutti quei momenti con uno spirito idealista e romantico.

Una vita difficile è una commedia all’italiana, ma si allontana molto dagli standard del genere dell’epoca. Silvio Magnozzi -che lo stesso Sordi ha dichiarato essere uno dei suoi personaggi preferiti- è profondamente idealista, crede in quello che ha fatto e per quello che ha combattuto durante la guerra e non vuole cedere, né scendere a compromessi, nonostante le allettanti proposte che continuamente gli vengono rivolte.

La coerenza è un grande valore per un ex partigiano comunista e Silvio crede talmente tanto nelle sue idee che non cede neanche di fronte alla fine del suo matrimonio e all’abbandono della donna che ama (interpretata da una splendida Lea Massari).

Una vita difficile purtroppo non ha avuto il successo e la fama che merita. Si tratta di un film praticamente perfetto, nella regia, nella sceneggiatura e nel tratteggio dei personaggi. Alcune scene del film sono rimaste indelebili nella memoria.

Dino Risi alla regia e Alberto Sordi come protagonista vedono l’Italia che verrà. Siamo negli anni del boom economico e il denaro sta diventando un valore supremo, che vincerà su tutti gli altri.

E non basta la catarsi della scena finale a ridare la speranza.

 

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