Alberto Sordi Story: “La Grande Guerra” 1959

di La Redazione

Considerato da sempre uno dei migliori film italiani sulla Prima Guerra Mondiale e forse uno dei più grandi capolavori del cinema italiano, La Grande Guerra fu una pellicola discussa e controversa. Vincitrice del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia (ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini), di tre David di Donatello e di due Nastri d’argento, il film ricevette anche una  nomination all’Oscar come miglior pellicola straniera.

La Grande Guerra – Semo l’anima de li mortacci tua

Grandissimo successo di pubblico, non ebbe la stessa accoglienza dalla critica, unanime nello stroncare la pellicola del Monicelli e pronta, allo stesso tempo, a tornare sui suoi passi di fronte ad una tale reazione da parte del pubblico. Tra le tante cose che furono scritte e dette su La Grande Guerra, esaustiva del pensiero critico dell’epoca è ciò che ne disse il critico Guido Aristarco:

Film “utile” possiamo definire La grande guerra. “Utilità” legata all’esigenza e al dovere civile di rimuovere quelle pietre con le quali si cerca di nascondere le pagine “proibite” della nostra storia e quindi di far conoscere anche quei “vermi” che sotto di sé tali pietre nascondono e nutrono.

Il tempo, come spesso accade, ha reso poi giustizia a questo grande capolavoro del cinema italiano, riconoscendo al suo regista e ai suoi due interpreti, Alberto Sordi nei panni del soldato romano Oreste Jacovacci e Vittorio Gassmann nel ruolo del milanese Giovanni Busacca, il giusto merito.

Un Sordi memorabile che riesce, di nuovo, a dare vita ad un personaggio unico: cialtrone e disposto a tutto pur di non andare in guerra, non perderà la sua vigliaccheria neanche nel momento della morte, ma è proprio questo a renderlo un eroe popolare, unico ed inimitabile.

La Grande Guerra – Scena finale

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